«Vedi dove cresce l’erba?» Con la mano aperta accarezzò la terra dura e poi la picchiò con un pugno. «Questo una volta era il fondo del mare e le balene volavano in cielo dove oggi corrono le nuvole!» Martedì 6 agosto alle ore 18.30 sulla Terrazza del Diana Grand Hotel di Alassio si chiude la preview sul Premio Alassio Centolibri in compagnia di Guido Conti. Sesto appuntamento della kermesse estiva del Festival della Cultura di Alassio che culminerà il 7 settembre con la premiazione del vincitore. L’autore incontrerà come sempre il pubblico la sera di martedì alle 21.30 nella Piazza della Libertà intervistato dal giornalista e membro della Giuria tecnica del Premio, Franco Manzitti.
Che la pianura fosse il fondo del mare è una favola affascinante per Bruno, un bambino che vive in una grande corte a ri­dosso dell’argine del fiume Po con nonno Ercole, socialista, che racconta storie mera­vigliose, e nonna Ida, che guarisce le storte e scaccia i demoni dai cani. Bruno cresce incantato dalle storie che vive e sente rac­contare: qui c’è il suo amico Millemosche che riceve da un angelo, in chiesa, il dono di curare i cavalli, qui conosce la tragica avventura di Vera e l’amara esperienza del Peppo che gli narra com’è diventato cieco durante la prima guerra mondiale. Poi un giorno, in mezzo ai campi, appare un uomo che arriva a piedi con una va­ligia: è l’Americano, il padre assente, l’eroe ambiguo che segnerà per sempre la sua adolescenza. Bruno vive tra stupori e fa­scinazioni, immerso in una natura spesso crudele, dove gli animali sono messaggeri di gioie e disgrazie. Tra le magiche nebbie del Po conosce anche Laura, una ragaz­zina sveglia e intraprendente con cui vivrà l’esperienza della guerra, l’arrivo dei tede­schi lungo il Po, i primi incanti di un sen­timento che non sa ancora definire e poi lo sfollamento e il trauma della separazione.
Nel dopoguerra Bruno, diventato grande, tornerà a cercare i ricordi di un’infanzia vissuta intensamente tra sogni e imma­ginazioni, e incontrerà una donna, Betty, affascinante e seducente, che lo metterà di fronte a tante verità difficili da accettare. Un romanzo di formazione e vocazione, intenso, scritto con una lingua energica e lirica allo stesso tempo, che affonda le sue radici in quel realismo magico emi­liano che, fin dall’esordio, ha nutrito e dato corpo e anima alla narrativa di Guido Conti.
 
 
GUIDO CONTI è nato a Parma. Sco­perto da Pier Vittorio Tondelli, ha pubbli­cato i primi racconti Il coccodrillo sull’altare (Guanda 1998, Premio Chiara). Tra i suoi romanzi, I cieli di vetro (Guanda 1999, Pre­mio Selezione Campiello), Il tramonto sulla pianura (Guanda 2005), e Le mille bocche della nostra sete (Mondadori, 2010). Il gran­de fiume Po (Mondadori 2012) è un viaggio alle radici della storia e della cultura della sua terra. Da sempre appassionato studioso dell’opera zavattiniana, ha curato la raccol­ta degli scritti giovanili di Cesare Zavattini, Dite la vostra (Guanda 2002) e Giovannino Guareschibiografia di uno scrittore, (Rizzoli 2008, Premio Hemingway per la critica). Per i bambini ha scritto e illustrato Il volo felice della cicogna Nilou (Rizzoli 2014), Nilou e i giorni meravigliosi dell’Africa (Rizzoli 2015) e Nilou e le avventure del coraggioso Hadì (Libreria Ticinum 2018). Ha raccolto le sue lezioni sulla lettura e la scrittura nel volume Imparare a scrivere con i grandi (Bur Rizzoli 2014).