E’ stato notificato nel pomeriggio di ieri. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di Fincos rispetto al giudizio di ottemperanza nell’annosa questione che da anni vede opposti la Fincos Spa e il Comune di Alassio.
Un rapido riassunto: nel maggio 2010 Fincos (succeduta a Coni.cos Spa nell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione del Grand Hotel, della spiaggia e del centro Talasso Terapico) comunicò al Comune di avere aggiornato il piano finanziario indicando maggiori costi rispetto al previsto. L’amministrazione respinse sia le riserve sia il nuovo piano finanziario. Fincos Alassio srl (succeduta a Fincos spa) avviò così un arbitrato con richieste pesantissime per il Comune: accertare il diritto al riequilibrio economico e quindi condannare il Comune al pagamento di una somma di denaro (49.022.243 euro); in subordine, condannare il Comune a pagare i maggiori lavori realizzati in esecuzione della convenzione e il risarcimento del danno per almeno 26.871.894 euro)​.
Nel 2016 il Collegio arbitrale, con lodo definitivo si pronunciò non solo su quest’ultima richiesta, ma anche su una ulteriore istanza presentata da Fincos, di accertare l’inadempimento dell’obbligo di ricercare le migliori soluzioni contrattuali e di condannare il Comune a pagare una somma non inferiore a 21,518 mln di euro.
L’istanza fu accolta parzialmente con una prima liquidazione dell’importo di 860 mila euro per il mancato guadagno e per mancata concessione demaniale tempestiva delle aree, mentre l’ulteriore richiesta venne respinta, poiché non risultava violato l’impegno a ricercare soluzioni di riequilibrio.
Ed è qui che Fincos, sollecitando il pagamento dell’intera somma prevista dal Lodo, propose ricorso al Tar di Firenze che già nel marzo scorso si espresse dando ragione al Comune che effettivamente aveva in più occasioni proposto soluzioni di riequilibrio.
“Non solo – aggiunge Franca Giannotta, Assessore agli Affari Legali del Comune – a nostro avviso infatti non poteva esserci un obbligo al pagamento stante il ricorso in appello ancora pendente e stante comunque la manifesta infondatezza dello stesso. Ieri anche il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, respingendo il ricorso in quanto inammissibile. Ora valuteremo il da farsi. Siamo ovviamente soddisfatti di aver visto riconosciuto il grande lavoro di tessitura svolto in passato e credo questo possa essere un punto di ripartenza per andare a individuare soluzioni di riequilibrio che possano tenere presenti le esigenze di entrambe le parti e che soprattutto non diventino un capestro per il Comune di Alassio. Nel frattempo gli uffici hanno comunque già provveduto all’accantonamento delle somme nel Fondo Rischi del bilancio comunale”.