Sarà inaugurato domani pomeriggio il nuovo campo sportivo esterno al PalaRavizza. Il Palazzetto dello Sport di Alassio si arricchisce così di un nuovo preziosissimo spazio per la pratica di discipline come pallavolo, pallacanestro, attività motoria in genere.

“Nonostante qualche ritardo – spiega Igor Colombi, presidente Gesco – dovuto allo stop forzato dell’attività durante l’emergenza sanitaria, abbiamo cercato di recuperare riaprendo il cantiere appena possibile e dando corso al completamento dei lavori”.
“Ora manca solo il permesso dei Vigili del Fuoco​ di Genova – prosegue Colombi – per poter procedere alla copertura mediante il pallone pressostatico, peraltro già acquistato e pronto all’installazione. Purtroppo l’iter avviato in passato non aveva ricompreso alcuni passaggi necessari all’ottenimento di talune autorizzazioni in tema di sicurezza, causando ulteriori ritardi. In questo senso è tuttora pendente una causa per le verifiche delle responsabilità”.
Nel frattempo da domani la struttura, complice la bella stagione, sarà completamente attiva e fruibile dalle associazioni sportive che ne faranno richiesta, anche nell’ambito di quelle previste dall’Educamp e da Alassio Summer Town.
“E’ una struttura solo all’apparenza semplice – spiega Simona Ivaldi, membro del Cda Gesco che in qualità di architetto ha supervisionato alla realizzazione dell’opera- per la quale abbiamo dovuto adeguare il sottofondo, stendere una piattaforma in calcestruzzo fibrorinforzato, e procedere poi con la rifinitura con i tappetino multisport indoor e outdoor di Mapei”.
“Abbiamo dovuto attendere – aggiunge Roberta Zucchinetti, consigliera allo Sport del Comune di Alassio – ma c’è grande soddisfazione per come poco alla volta sta mutando il volto del nostro Palasport, sempre più adeguato allo straordinario tessuto sportivo della nostra città. Dopo la palestrina anche il campo esterno, mentre sono già progettati anche i lavori al tetto e alla pavimentazione del campo interno, quello sul quale potranno tornare ad allenarsi e ad esibirsi non solo le nostre squadre, ma le nazionali che abbiamo imparato ad amare ed applaudire”.