Si è trasformata in un Tavolo tecnico, la riunione del Tavolo del Turismo convocata stamani presso la Sala Consiglio del Comune di Alassio.

Il confronto si è infatti articolato sul documento protocollato, proprio nella mattinata odierna, da Assoristobar, Associazione Albergatori, Associazione Bagni Marini, Consorzio Un Mare di Shopping e Agenzie Immobiliari Alassio, con il quale, ripercorrendo gli eventi  per data, veniva riassunto l’iter compiuto dall’amministrazione verso la progettazione e realizzazione dell’opera di difesa a mare.

Il documento, frutto di una riunione del gennaio scorso tra i rappresentanti delle categorie, pone pesanti interrogativi sulle responsabilità dell’amministrazione rispetto alle soluzioni che verranno adottate, ma anche sulla autorizzabilità degli interventi da parte degli uffici regionali Quali garanzie? Di chi saranno le responsabilità in caso di fallimento? Gli ultimi quesiti posti. Poi le richieste:

“eseguire maggiori analisi per quanto attiene la barriera longitudinale e sul doppio geotubo;… il coinvolgimento dell’Università di Genova…; la valutazione dell’economicità delle ipotesi presentate dai progettisti …e un cronoprogramma dettagliato…”.

“Mi spiace che un documento e dei quesiti tanto tecnici siano stati protocollati solo stamani – la risposta immediata di Angelo Galtieri, vice sindaco e Assessore al Turismo del Comune di Alassio – fossimo stati preavvisati avremmo coinvolto i tecnici e i progettisti per potervi fornire tutte le risposte. Sinceramente ritengo questo un argomento che ha poca attinenza con l’Ufficio e l’Assessorato al Turismo, meglio sarebbe stato convocare un Tavolo Tecnico”.

“Vorrei che fosse chiaro – aggiunge poi Franca Giannotta, Assessore ai Lavori Pubblici e alla Protezione Civile  – che siamo qui perché da tutte le parti c’è la volontà di risolvere uno dei più gravi problemi che affligge la città. Nessuno vuole lo scontro e tantomeno allungare i tempi per l’approvazione di un progetto nei tempi tali da consentirne l’attuazione entro la fine della prossima estate”.

“Chi ha detto che non sono stati trasmessi i documenti all’università – chiede lo stesso sindaco Marco Melgrati – le proposte sia del geotubo, sia del sistema di secche, pervenuto nel pomeriggio di ieri, sono già state trasmesse all’Università per le valutazioni di cui all’apposita convenzione. E’ ovvio che l’Amministrazione opterà per la soluzione più efficace e protettiva del litorale. Seguiremo le indicazioni che ci perverranno dall’Università: loro sono titolati ad esprimere pareri competenti. E’ altrettanto ovvio che tutti noi vorremmo un Mose con barriere che si sollevano durante le mareggiate, ma ad oggi abbiamo 2,5 mln di Euro e questi dobbiamo farci bastare almeno in questa prima fase. Ho già avuto garanzie da parte del Governatore Toti di un ulteriore rifinanziamento nei prossimi anni attraverso fondi strutturali regionali nell’ordine complessivo di 7/8 mln di euro spalmati su tre annualità, ma ad oggi sul piatto ci sono 2,5 mln di Euro che, lo ricordo per chi vaneggia di investirli in un ulteriore ripascimento, è un finanziamento della Protezione Civile vincolato alla realizzazione di un’opera di difesa a mare e non per allungare la spiaggia”

“Ora – prosegue Melgrati – prendo atto della vostra segnalazione rispetto ai possibili effetti che le secche potrebbero avere sul disegno del litorale. Trattandosi di una linea discontinua, potrebbe determinare un aspetto sinusoidale della costa sabbiosa. In questo senso mi impegno a riferire al capo progettista le vostre segnalazioni, invitandolo a valutare anche soluzioni “ibride”: un mix tra il geotubo e le secche. Nulla vieta, se si dovesse comunque optare per le secche, che i futuri interventi possano collegare con un geotubo le secche completando il fronte di difesa soffolto. Ma ripeto, oggi, con i 2,5mln di Euro seguiremo le indicazioni che ci perverranno dall’Università”

“Un’ultima osservazione – conclude Melgrati – qualcuno va dicendo che le sabbie della cava individuata, per il cui prelievo, peraltro, abbiamo appena ricevuto le autorizzazioni della Capitaneria, siano limacciose poco sotto il fondale. Nulla di più falso: la sabbia c’è ed è perfettamente compatibile, per granulometria e composizione, a quella della spiaggia alassina. Alassio è nota per creare casi sul nulla. Vi invito a veicolare informazioni verificate. C’è già troppa gente che “inventa” e Alassio ha bisogno di fatti, non parole”.