Sono stati consegnati, da parte degli architetti progettisti incaricati  Airaldi, Ballaro, Ciamberlano e Brunengo, gli elaborati della prima fase del Peba di Alassio.
“Fino ad oggi – la relazione dei progettisti – i Piani di Eliminazione della Barriere Architettoniche sono stati essenzialmente concepiti come quadri descrittivi, più o meno esaurienti, più o meno vincolistici, delle opere da eseguire per eliminare le barriere architettoniche esistenti negli spazi e negli edifici collettivi oggetto di iniziale monitoraggio. Il P.E.B.A. del Comune di Alassio invece definisce obiettivi di qualità, da una parte puntando su iniziative di informazione sulla disabilità e di supporto ai disabili, dall’altra su azioni concrete di prevenzione ed eliminazione di nuove barriere architettoniche e solo successivamente individuando le modalità di intervento più idonee al superamento di quelle esistenti, lasciando ai singoli progettisti la libertà di definire gli aspetti di dettaglio del progetto (scelte sulla distribuzione degli spazi, sul dimensionamento degli ambienti, sui materiali da impiegare, sugli arredi, la segnaletica informativa ecc.). Il piano è concepito attorno al principio della gradualità degli interventi di eliminazione di barriere fisiche e percettive, ossia della scelta di alcuni interventi prioritari rispetto ad altri, altrettanto necessari, ma meno urgenti, in base alle esigenze dei fruitori. La scelta degli interventi prioritari viene effettuata in base alle risorse effettivamente disponibili. Un secondo principio guida consiste nella partecipazione delle istituzioni e dei cittadini al processo”.
Con l’atto di consegna del piano, termina la fase uno, che è stata caratterizzata dall’analisi del territorio comunale in termini più descrittivi attraverso numerosi sopralluoghi dei tecnici e rendendo partecipi alcuni soggetti come gli uffici comunali e le associazioni di categoria, che sul territorio vivono e operano. Si è creato così in questa fase preliminare un percorso partecipato inizialmente esplorativo, sia dal punto di vista pratico che percettivo degli aspetti di accessibilità ed inclusività e che successivamente diverrà propositivo.
Sono stati redatti due distinti questionari destinati agli uffici e servizi comunali interessati e alle associazioni di categoria presenti sul territorio (sia comunali che extracomunali) in modo da avviare un percorso partecipativo con soggetti attivi sul territorio. I questionari sono stati poi distribuiti mediante mailing list, con il coinvolgimento diretto dell’ufficio tecnico  e degli assessorati “Urbanistica e Politiche sociali” che hanno ricoperto il ruolo di capofila.
Inoltre l’intero territorio comunale è stato  Suddiviso in macrozone: aree della città che per destinazione, vocazione storica, collegamento o posizione geografica, presentano aspetti comuni.​
Zona 1: LUNGOMARE
Zona 2: CENTRALE STORICA
Zona 3: CENTRALE AURELIA
Zona 4: BARUSSO confine est
Zona 5: BORGO COSCIA zona ovest Zona 6: ASSE via GASTALDI
Zona 7: ASSE FENARINA
Zona 8: LE FRAZIONI – Moglio-Solva-Caso
“Nell’ambito delle macrozone – spiegano ancora gli Architetti – sono state individuate categorie funzionali la cui accessibilità viene analizzata nel dettaglio analizzando edifici pubblici ed edifici di proprietà comunale, spazi collettivi, percorsi, intersezioni, parchi gioco, spiagge libere attrezzate, fermate degli autobus. Ora inizia la fase due dove verranno sintetizzati i dati raccolti nella fase precedente e estrapolato  un giudizio sintetico sull’accessibilità del comune. In questa fase viene desunto, in termini analitici, quello che in precedenza era un quadro descrittivo della condizione degli elementi analizzati”.
“Da subito questa Amministrazione ha affrontato il problema delle barriere architettoniche mettendo mano a marciapiedi e scivoli ogni qualvolta è stato possibile intervenire con mezzi di bilancio e con risparmi di gestione. ” Franca Giannotta, Assessore alle Politiche Sociali e all’Urbanistica”,  ha avuto modo di seguire l’iter anche in veste di Assessore ai Lavori Pubblici per circa un anno e mezzo.
“E’ un problema a cui l’amministrazione Melgrati Ter è stata molto sensibile fin dal suo insediamento e  dopo aver quasi del tutto completato gli interventi sui marciapiedi della città, alla fine dello scorso anno ha deliberato di affrontare il problema in maniera strutturale dotandosi di un vero e proprio Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche​. Solo così potremo garantire una maggiore vivibilità della città, all’insegna dell’inclusività, migliorando la qualità della vita della cittadinanza ma anche dell’offerta turistica, sportiva e ricreativa e, più in generale, una ottimale fruibilità del territorio che stiamo amministrando
Ora, conclusa la fase uno – conclude – abbiamo il quadro completo dello status della città da cui partire per affrontare in maniera coordinata, compatibile con le risorse di bilancio, efficace e inclusiva una problematica che lascia il segno della civiltà.